Verona: il Consorzio di Bonifica Veronese ha terminato i lavori di impermeabilizzazione della Galleria Colleoni in ZAI, fu costruita nel 1929

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Le imponenti opere irrigue realizzate dall’allora Consorzio dell’Agro Veronese tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo nella cosiddetta “Campanea Maior” veronese favorirono il notevole aumento della produzione agricola e, di conseguenza, del benessere economico e sociale che a loro volta stimolarono nuovi investimenti in infrastrutture irrigue.

L’ampliamento della superficie irrigata richiese ulteriori aumenti di portata derivata dal fiume Adige per soddisfare il fabbisogno dei terreni ghiaiosi della media ed alta pianura veronese. La presa di Sciorne era entrata in servizio nel 1915 in sostituzione di quella di Gaium, che fin dall’inizio aveva sofferto gravi problemi d’insabbiamento. Oltre a risolvere questo grave problema, la nuova presa garantì un considerevole aumento della portata d’acqua. Furono inoltre eseguiti vasti lavori di impermeabilizzazione dei canali principali per ridurne le perdite.

Ad un certo punto le necessità del territorio irrigato, in continua espansione, non poterono però più essere completamente soddisfatte dall’opera di presa e dal canale Principale, per i quali vennero pure ipotizzate profonde modifiche che tuttavia si rivelarono assai costose e di difficile attuazione.

Un progetto dell’ing. Mario Gini stabiliva, ad esempio, che altri 6 metri cubi di acqua al secondo potessero essere ricavati direttamente dall’Adige con una nuova presa da costruirsi molto più a valle di Sciorne, nei pressi di Verona. Soluzione che però venne presto scartata per le troppe difficoltà tecniche che presentava.

galleria colleoni (1)Venne quindi proposto il progetto di una presa ausiliaria dal Canale Industriale Camuzzoni, collegamento che si presentava di una certa facilità dato che il diramatore di San Giovanni passava a breve distanza dal punto di arrivo del Camuzzoni in Basso Acquar a Verona. Presentato il progetto al Consorzio Canale Camuzzoni, e superate le opposizioni di chi non riteneva opportuno interferire con utilizzazioni fino allora esclusivamente industriali, nel 1929 veniva decisa e rapidamente attuata la costruzione della nuova presa chiamata “Derivazione Colleoni” dal nome del Presidente del Consorzio che ne sostenne la realizzazione.

Le opere per l’utilizzazione della nuova presa vennero ultimate velocemente, tanto che il primo disciplinare di concessione venne rilasciato già nel 1941. Il Consorzio dell’Agro Veronese poté quindi disporre di una portata complessiva di 26,5 metri cubi al secondo, di cui 20,5 metri cubi dalla presa di Sciorne e 6 metri cubi dal Canale Camuzzoni. La dotazione della Presa Colleoni venne successivamente aumentata a 10 metri cubi al secondo per soddisfare i fabbisogni delle ulteriori estensioni irrigue realizzate dopo il secondo dopoguerra, con nuovo Disciplinare sottoscritto nel 1958 ed aggiornato nel 1980.

La galleria Colleoni, che ha uno sviluppo di circa 620 m ed è posta sotto il piano stradale di circa un metro e mezzo, passa sotto alcuni edifici appartenenti alle Cartiere Fedrigoni in ZAI, attraversa via Tombetta e prosegue lungo via Santa Teresa, terminando all’inizio di via Scuderlando in un manufatto partitore ubicato proprio di fronte alla chiesa di Santa Teresa, da cui trae il nome.

Da lì si diramano altre due gallerie, denominate ramo di destra e ramo di sinistra, che si suddividono equamente la portata derivata dalla presa Colleoni. Il ramo di destra attraversa gli ex Magazzini Generali e termina in zona Fiera dove si congiunge al Canale di San Giovanni da cui proseguono verso Castel d’Azzano e Povegliano altre tubazioni irrigue.

Ma dov’è nata l’esigenza di intervenire sulla Galleria Colleoni? La galleria è una struttura in cemento sottoposta da circa ottant’anni all’azione erosiva dell’acqua corrente. Fino all’installazione dello sgrigliatore avvenuta pochi anni fa, oltre all’acqua entravano anche corpi di grandi dimensioni, talora contundenti, che probabilmente hanno amplificato l’azione molitoria dell’acqua. L’erosione ha intaccato le pareti laterali soprattutto alla base; la situazione migliora gradualmente verso l’alto ma si notavano cavità e distacchi fino a circa a due metri d’altezza. Inoltre, la paratoia in testa alla galleria necessitava di una revisione generale perché priva di manutenzione da diversi anni.

Le soluzioni tecniche adottate per eseguire i lavori terminati in questi giorni – che vedono il progetto e l’esecuzione curati direttamente dal Consorzio di Bonifica Veronese mentre la Fondazione Cariverona si è accollata le spese di 320mila euro – sono state informate non solo a garantire la massima durata nel tempo del rivestimento, ma anche alla massima semplicità e rapidità esecutiva, anche se non si sono potute evitare tecniche sofisticate e costose quali il pompaggio del calcestruzzo e la ventilazione della galleria, proprio per la conformazione della galleria e la sua angustia.

La galleria è stata dapprima prosciugata e ripulita da detriti e corpi estranei dal personale consortile. La prima operazione effettuata dall’impresa che si è aggiudicata i lavori, la SIVI di Cremona, è stata, quindi – spiega l’Ing. Roberto Bin, Direttore Generale del Consorzio di Bonifica Veronese – la messa in sicurezza, illuminazione e ventilazione. Si è proceduto poi al getto del rivestimento di fondo sulla base del rilievo altimetrico già realizzato.

La seconda lavorazione è consistita nel realizzare getti laterali in cemento armato, un intervento che ha richiesto la foratura delle pareti e l’inserimento di tondini metallici, l’installazione di reti elettrosaldate fino alla quota di 140 centimetri sopra il fondo di nuova realizzazione e la casseratura su entrambi i lati della galleria montata su un traliccio rigido su ruote, in modo da traslare ad ogni nuovo getto della lunghezza di dieci metri. Il calcestruzzo è stato pompato all’interno della galleria mediante una condotta metallica preinserita, entrando dal partitore di Santa Teresa.

Una volta messo in asciutta il Canale Camuzzoni si è proceduto a rimuovere la paratoia in testa alla Galleria Colleoni per la sua revisione generale in officina. Con l’occasione – prosegue il Direttore Generale del Consorzio – sono stati installati nuovi gargami davanti alla paratoia e predisposti idonei panconi in alluminio, da utilizzare un domani sia per garantire la migliore tenuta all’acqua durante la pausa invernale che in caso di nuovo intervento sulla paratoia.

L’intervento appena terminato, oltre a riportare alla perfetta efficienza e sicurezza il manufatto, non causa alcuna riduzione della portata derivata in considerazione della notevole perdita di carico artificialmente prodotta con la semichiusura delle paratoie in testa ai due rami. Sarà, infatti, sufficiente aumentare di pochi centimetri le luci a battente delle due paratoie per compensare la maggiore perdita della Galleria.

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