
Con luglio, il cuore dell’estate, l’aumento delle temperature ed i consueti problemi di trattenere l’acqua per poterla riutilizzare per l’irrigazione mettono, come ogni anno, a prova gli impianti irrigui del Consorzio di Bonifica Veronese, l’ente che fornisce l’acqua di irrigazione a settanta Comuni nel veronese.
“Quotidianamente esercitiamo un’opera capillare di manutenzione degli impianti e di pulizia dei corsi d’acqua – spiega il Presidente del Consorzio di Bonifica Veronese Alex Vantini – per assicurare al territorio sia la migliore distribuzione possibile della risorsa acqua, un bene sempre più prezioso, sia per garantire la necessaria sicurezza idraulica ai centri urbani e alle vie di comunicazione”.
Tra i tanti interventi di manutenzione realizzati negli scorsi giorni, uomini e mezzi del Consorzio hanno effettuato lavori di sfalcio lungo il canale Seriola nel territorio di Salionze, dove si è provveduto al ripristino della banchina con la rimozione di alcune piante pericolanti.
E’ stato anche rifatto integralmente l’attraversamento della Strada Regionale 450 in Comune di Bardolino, con la sostituzione di un tratto di condotta in acciaio ammalorata con una nuova condotta in poletilene.
Nella zona sud del comprensorio del Consorzio sono entrati in servizio quattro nuovi trattori provvisti anche di trincia anteriore oltre che laterale. L’applicazione dei due macchinari in combinata permette di svolgere contemporaneamente lo sfalcio delle banchine arginali e i primi metri delle rive, con conseguente maggiore efficienza degli interventi ed importante riduzione dei tempi di sfalcio e dei consumi.
“Da aprile, – spiega ancora il Presidente Alex Vantini – sono più di ventimila le ditte agricole che lavorano grazie all’acqua fornita dal Consorzio. Oltre a tutta la struttura amministrativa e tecnica sempre di supporto, stiamo dedicando alle attività specifiche dell’irrigazione più di cento persone”.
Nella stagione irrigua 2020 il Consorzio di Bonifica Veronese ha erogato alle campagne della provincia scaligera circa trecento milioni di metri cubi d’acqua. Ricchezza vera per il territorio e non solo per l’agricoltura, con il grande valore aggiunto di contribuire in maniera determinante alla vivificazione delle falde, dei fontanili e dei corsi d’acqua del basso veronese, che senza l’apporto irriguo presente da oltre un secolo vedrebbero un progressivo impoverimento a causa dei cambiamenti climatici che registrano un aumento delle stagioni siccitose. Uno sforzo enorme in termini di esercizio, sorveglianza, manutenzione e costi di energia elettrica.