
Con fine settembre il Consorzio di Bonifica Veronese chiude i rubinetti dell’irrigazione in provincia di Verona e inizia a tirare le prime somme sulla stagione oramai alle spalle. Vi sarà infatti, come ormai accade da qualche anno, una coda dell’irrigazione che proseguirà fino a metà ottobre, ma solo per colture del kiwi.
Il Consorzio di Bonifica, che ha sede in Strada della Genovesa a Verona, si estende su una superficie di 160mila ettari, comprendendo 70 Comuni della provincia di Verona, e fornisce l’irrigazione al territorio con tre modalità differenti. La prima è l’irrigazione strutturata in pressione, che opera su quasi diecimila ettari raggiunti da una rete di oltre mille chilometri di condotte interrate. La seconda è l’irrigazione strutturata a scorrimento, che copre venticinquemila ettari serviti da quasi duemila chilometri di canali a cielo aperto e condotte interrate. La terza modalità, l’irrigazione di soccorso, interessa la zona sud della provincia dove, attraverso un’opera continua di manutenzione ed una capillare rete di canali naturali ed artificiali di oltre duemila chilometri, permette di portare l’acqua a cinquantatremila ettari di terreni.
“Da aprile – spiega il Presidente del Consorzio di Bonifica Veronese Antonio Tomezzoli – sono state quasi dodicimila le ditte agricole che hanno potuto lavorare grazie all’acqua fornita dal Consorzio. Oltre a tutta la struttura amministrativa e tecnica sempre di supporto, abbiamo dedicato alle attività specifiche dell’irrigazione più di sessanta persone. Intensa è stata anche l’opera delle squadre manutenzione, che nel corso dell’estate hanno assicurato che gli impianti lavorassero sempre in efficienza”.
Durante la stagione irrigua 2019 il Consorzio di Bonifica ha erogato alle campagne veronesi circa trecento milioni di metri cubi d’acqua. Ricchezza vera per il territorio e non solo per l’agricoltura, con il grande valore aggiunto di contribuire in maniera determinante alla vivificazione delle falde, dei fontanili e dei corsi d’acqua del basso veronese, che senza l’apporto irriguo presente da oltre un secolo vedrebbero un progressivo impoverimento a causa dei cambiamenti climatici che registrano un aumento delle stagioni siccitose. Uno sforzo enorme in termini di esercizio, sorveglianza, manutenzione e costi di energia elettrica.
“Ma a fronte di un consumo elettrico medio annuale di nove milioni di chilowattora per il 90% assorbito dagli impianti di sollevamento irriguo – prosegue Tomezzoli – siamo in grado di produrne autonomamente circa 3,28milioni da fonti rinnovabili, di cui 3 milioni a energia idroelettrica e 280mila da solare fotovoltaico, mitigando il fabbisogno da acquisire all’esterno. Inoltre, nel mese di novembre entrerà in funzione il nuovo impianto idroelettrico a coclea sul fiume Tartaro nei pressi di Vigasio, che fornirà una produzione ulteriore di circa 200.000 KWh all’anno.”.
Nel frattempo, sempre nell’ottica della realizzazione di impianti a pressione che permettono la razionalizzazione della fornitura dell’acqua ai terreni, riducendo quasi a zero i rischi di spreco di questa preziosa risorsa, il Consorzio sta procedendo ad appaltare tre importanti interventi che cambieranno il volto dell’irrigazione in aree strategiche della provincia scaligera.
Il primo prevede la conversione irrigua del Bacino di Cà degli Oppi nei Comuni di Oppeano, Bovolone e Isola Rizza, il secondo prevede la conversione irrigua dell’impianto a scorrimento con sollevamento meccanico di Palazzolo nei Comuni di Sona e Bussolengo ed il terzo la conversione irrigua della zona irrigata a scorrimento nella fascia pedecollinare dei Comuni di Villafranca, Sommacampagna e Valeggio sul Mincio.
“I tre interventi – indica il Direttore Generale, l’Ingegnere Roberto Bin – hanno un costo complessivo di 20 milioni di euro è sono finanziati con fondi comunitari dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali a seguito di una selezione nazionale che ha premiato i migliori 19 progetti su oltre 70 presentati da altrettanti Consorzi di Bonifica di tutta Italia”.
Nei prossimi mesi, inoltre, il Consorzio di Bonifica Veronese, come gli altri nove Consorzi di Bonifica del Veneto, si appresta ad affrontare un passaggio istituzionale di grande importanza. Il prossimo 15 dicembre, infatti, si terranno le elezioni degli organi consortili. Tutti i proprietari degli immobili, iscritti al catasto del Consorzio di Bonifica Veronese, saranno chiamati al voto per eleggere i 20 membri dell’Assemblea consortile, che rimarrà in carica per i prossimi cinque anni. Dall’Assemblea scaturiranno il nuovo CdA ed il nuovo Presidente.