
A seguito degli eccezionali eventi meteorici che nel 2018 hanno interessato anche il Veneto, il capo dipartimento della protezione civile nazionale aveva emanato l’ordinanza n. 558 con cui sono state stanziate ingenti risorse economiche per l’attuazione degli interventi di ripristino di natura idrogeologica e forestale. Con successiva ordinanza n. 10 del 29 luglio 2021 del presidente del Veneto Zaia, commissario delegato per la Regione Veneto, sono state assegnate quelle risorse economiche ai territori, alle amministrazioni e agli enti responsabili dell’attuazione degli interventi.
In questo ambito, il Consorzio di Bonifica Veronese ha portato a finanziamento, e quindi realizzato, il progetto dei “Lavori per la messa in sicurezza idraulica del fiume Tione delle valli in località Pontepossero in Comune di Sorgà”, per un importo di 1,5 milioni di euro. Proprio l’intervento che in questi giorni ha permesso che il crollo del mulino di Pontepossero non si trasformasse in un grave problema per la sicurezza idraulica del territorio.
“L’intervento – spiega infatti Alex Vantini, presidente del Consorzio di Bonifica Veronese – è stato concluso il 9 giugno scorso ed ha finalità assolutamente strategiche per la prevenzione dal rischio idraulico. I lavori hanno visto la realizzazione di un by-pass del mulino di Pontepossero sfruttando il ‘Canale acque alte mantovane’ e scaricando le acque deviate, mediante un apposito manufatto partitore, all’interno di un nuovo alveo posto accanto al fosso Gamandone, con recapito nel Tione delle Valli a valle del mulino di Pontepossero. Grazie al nostro intervento il crollo del mulino degli scorsi giorni non ha determinato i gravi problemi al deflusso delle acque che si sarebbero potuti verificare”.
“La realizzazione delle nuove opere – prosegue il direttore del Consorzio di Bonifica Veronese Luca Antonini, entrando nella spiegazione tecnica dell’intervento – si è infatti resa necessaria proprio per risolvere il rischio causato dalle precarie condizioni strutturali del mulino di Pontepossero. I lavori che abbiamo eseguito hanno visto la sistemazione dell’imbocco del canale acque alte mediante risagomatura delle scarpate e rivestimento delle sponde con pietrame; la demolizione del precedente manufatto di derivazione presente all’imbocco del ‘Canale acque alte mantovane’; la demolizione delle sponde del ‘canale acque alte’ per i primi 300 metri circa di canale e la successiva realizzazione di uno scatolare aperto, in modo da consentire un più facile e sicuro transito della portata di piena”.