Consorzio di Bonifica Veronese: Un anno di impegno a servizio dell’agricoltura e della sicurezza del territorio (nonostante il Covid)

presidente vantini

Quello che si chiude tra pochi giorni è stato un anno importante ma complesso anche per il Consorzio di Bonifica Veronese, che si è trovato ad affrontare le grandi difficoltà poste ad ogni attività dalla pandemia in corso, con la necessità inderogabile di assicurare comunque la sicurezza idrogeologica al territorio, di garantire il servizio di irrigazione alle migliaia di azienda agricole del comprensorio e di proseguire il percorso di lavori che sta realmente trasformando l’infrastruttura dell’irrigazione nel veronese.

L’ente che ha sede a Verona e che opera su 70 Comuni della provincia scaligera, ha iniziato il 2020 con un passaggio istituzionale fondamentale: la proclamazione della nuova amministrazione, uscita dalle urne del voto del 15 dicembre 2019, che succede all’Amministrazione del Presidente Tomezzoli e che guiderà il Consorzio fino al 2024. Presidente è stato eletto Alex Vantini, suo vice Umberto Parodi, componenti del CdA Luca Melotti e Raffaele Pettene. A loro nella gestione dell’ente si affiancano un’Assemblea composta da 22 componenti, una Consulta dei Sindaci che comprende tutti i primi cittadini del comprensorio e il Delegato Regionale Antonio Tomezzoli.

Tra febbraio e marzo, mentre proseguivano serrati gli interventi di manutenzione sul territorio in previsione dell’apertura ad aprile della stagione irrigua, prendevano il via importanti lavori, come quello di grande impatto per la sistemazione idraulica del torrente Novare in comune di Negrar, e iniziavano le attività culturali, con il primo incontro tenuto con le scuole presso l’istituto Leonardo da Vinci di Bussolengo, esplode in tutta la sua gravità l’emergenza Covid-19, che costringe anche il Consorzio a riorganizzare integralmente struttura ed attività.

Adottando tutte le cautele ed i presidi richiesti per il contenimento della pandemia e per assicurare la sicurezza dei propri dipendenti, il Consorzio di Bonifica Veronese è riuscito a garantire tempistiche e programmi, duplicando gli sforzi per rispettare i cronoprogrammi dei cantieri aperti e per assicurare l’apertura regolare della stagione irrigua il 15 aprile, come poi è effettivamente successo.

“L’agricoltura oggi più che mai rimane un’attività strategica e fondamentale per il Paese – spiega il Presidente del Consorzio di Bonifica Veronese Alex Vantini -, e di conseguenza fornire un servizio di irrigazione perfettamente efficiente e funzionante assume caratteri di essenzialità e di sopravvivenza per la nostra comunità”. Per capire le dimensioni dell’operazione basta ricordare che nel corso della stagione irrigua il Consorzio di Bonifica Veronese eroga alle campagne della provincia scaligera circa trecento milioni di metri cubi d’acqua. Ricchezza vera per il territorio e non solo per l’agricoltura, con il grande valore aggiunto di contribuire in maniera determinante alla vivificazione delle falde, dei fontanili e dei corsi d’acqua del basso veronese, che senza l’apporto irriguo vedrebbero un progressivo impoverimento a causa dell’aumento delle stagioni siccitose.

In marzo, nel pieno dell’infuriare della pandemia, il Consorzio di Bonifica ha continuato ad operare anche quale soggetto attuatore del Commissario Delegato, il Governatore del Veneto Zaia. Quelli realizzati sono stati interventi indispensabili per la messa in sicurezza idraulica del fiume Tione delle Valli nel territorio dei Comuni di Sorgà e di Castel d’Ario e sono consistiti principalmente nella risagomatura delle arginature del fiume Tione delle valli, tra le località Torre Masino e Bonferraro del Comune di Sorgà, in modo da creare un bacino di espansione del corso d’acqua e a ridurre i problemi creati dalla massiccia presenta di nutrie che determinano periodicamente pericolosi cedimenti degli argini. Il progetto prevedeva, inoltre, il rifacimento del manufatto di sostegno di Bonferraro, adeguandolo alle massime portate di piena attese, e la costruzione di un nuovo ponte in località Torre Masino. Il costo complessivo dell’intervento è stato di un milione e 680mila euro, finanziato con risorse provenienti dal Decreto Ministeriale emanato a seguito della tempesta Vaia che nell’ottobre 2018 ha coinvolto ampie aree del nord Italia.

In maggio, considerato il protrarsi dell’emergenza sanitaria da Covid-19, e sempre nell’ottica di agevolare i contribuenti privati urbani, le imprese e le aziende agricole, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica Veronese ha determinato di rinviare di due mesi il pagamento dei tributi consortili.

A metà luglio Verona e provincia sono state investite da una vera e propria bomba d’acqua, con molti danni. Ma la devastazione avrebbe potuto essere stata ben più grave, e la perfetta tenuta idraulica di alcune aree ha dimostrato per l’ennesima volta come una manutenzione del territorio effettuata in maniera professionale e puntuale permette di tutelare i centri urbani da esondazioni e allagamenti. Tra gli altri, un caso importante è stato sicuramente quello della Fossa Calfura in Comune di Povegliano. Si tratta di una tra le più importanti “teste” di risorgiva esistenti nella fascia di territorio situata ai margini meridionali dell’alta pianura veronese, tra Mozzecane e San Giovanni Lupatoto. Il Consorzio di Bonifica Veronese nel corso della stagione invernale esegue una serie di manutenzioni sui corsi d’acqua della provincia di Verona che ricadono nella sua competenza. Tra questi, fondamentali sono proprio gli interventi sulle “risorgive”, opere realizzate dell’uomo nei secoli scorsi allo scopo di ricavare dal sottosuolo l’acqua necessaria per l’irrigazione dei campi.

“Gli eventi piovosi di luglio – spiega l’Ing. Roberto Bin, Direttore Generale del Consorzio di Bonifica Veronese – certificano l’importanza dei lavori realizzato sul fontanile della fossa Calfura, in località Madonna dell’Uva Secca, compiuti con l’appoggio dell’Amministrazione comunale e dei proprietari dei terreni, con l’autorizzazione del Servizio Forestale regionale di Verona. Si era iniziato con l’abbattimento di quasi tutta la popolazione arborea lungo la sponda destra, in quanto pericolosamente incombente sulla sottostante strada provinciale, i cui schianti avevano provocato danni alle auto in transito. Il fattore di pericolo era costituito dall’abnorme sviluppo in altezza delle piante, molte di esse oltre 40 metri, dalla ramificazione sviluppata solo sul lato strada rendendo instabile la pianta e dal marciume che ha aggredito quasi tutti i tronchi”.

Successivamente il Consorzio di Bonifica Veronese aveva dato vita ad un progetto di ripiantumazione di 400 piante e 425 arbusti, attuato dal personale consortile con il contributo del dieci club Rotary della provincia di Verona che avevano contribuito donando 6mila euro. Quell’intervento, che pure quando iniziato aveva suscitato anche alcune accese polemiche in quanto vi era stato chi aveva sostenuto che il Consorzio avesse proceduto con un taglio immotivato della vegetazione presente, lo scorso luglio ha dimostrato la sua grande efficacia.

Il problema maltempo si è riproposto domenica 23 agosto, con un fortissimo uragano che ha investito in pieno il territorio veronese, mettendo letteralmente in ginocchio soprattutto la città di Verona. Anche qui il Consorzio di Bonifica Veronese è intervenuto per liberare alcune strade, in collaborazione con la Protezione Civile. In particolare, uomini e mezzi del Consorzio di Bonifica Veronese hanno rimosso alcune piante che ostruivano le carreggiate in via Doria, via Ederle e nell’area dell’Arsenale Altri interventi per garantire il ripristino della sicurezza dopo una tempesta hanno impegnato il Consorzio ad inizio settembre a Bovolone e ad inizio dicembre su tutto il comprensorio, da Castelnuovo del Garda a Gazzo Veronese, certificando il ruolo dell’ente consortile anche in un contesto di protezione civile.

Sempre in estate, tra i tanti altri lavori eseguiti su tutto territorio, da nord a sud, il Consorzio di Bonifica Veronese è intervenuto in Comune di Zevio, sempre per garantire la sicurezza idraulica. Negli ultimi anni nell’area si erano registrati continui allagamenti, sia della sede stradale principale che attraversa la frazione di Volon che di alcune corti circostanti. In accordo con l’Amministrazione comunale, personale e mezzi del Consorzio di Bonifica hanno preceduto alla riapertura del canale demaniale adduttore della fossa Meia, che da tempo non poteva essere utilizzato in quanto presentava dei tratti interrati.

“Questo intervento si è reso necessario – spiega l’Ing. Andrea De Antoni, Direttore Tecnico del Consorzio – per fare in modo che, in caso di eventi temporaleschi di particolare intensità, parte della massa d’acqua che viene allontanata dal centro di Zevio venga deviata su questo canale, così da evitare allagamenti che vadano ad interessare il centro abitato di Volon”.

Tra i lavori più importanti eseguiti sul territorio in quest’anno complesso va citato sicuramente il completo riassetto dello strategico nodo idraulico Novare-Vaio del Ghetto, con la realizzazione di uno scolmatore di piena del torrente Novare che verrà a recapitare nel torrente Negrar. “Nonostante l’emergenza Covid, che ha inevitabilmente ritardato e complicato lavori e forniture soprattutto durante il lockdown di primavera – spiega il Direttore Generale Ing. Roberto Bin – i lavori sono proseguiti senza interruzioni lungo tutto l’anno, rispettando il cronoprogramma dell’opera grazie all’impegno delle aziende esecutrici Italbeton e Bellesini riunite in ATI e del tecnici del Consorzio”. Tecnicamente, l’intervento ha visto la costruzione di uno scolmatore del torrente Novare nel Progno di Negrar, una condotta interrata che devierà le piene del torrente alleggerendo così l’alveo naturale che prosegue verso Parona e che ha dimensioni insufficienti a contenere le portate di piena. Nei primi tre mesi di cantiere sono stati posati tutti i 1.300 metri di condotti scatolari, rispettando il termine auspicato dai proprietari affinchè i lavori non creassero intralcio alle loro attività agricole di primavera. Nei mesi successivi è stato realizzato il manufatto di sfioro, che ha richiesto un preliminare lavoro di sottofondazione per contenere l’ingombro di cantiere, in modo tale da non intralciare il traffico stradale e consentire il passaggio dell’acqua nel Vaio di Novare e nel Vaio del Ghetto. Il manufatto è stato ultimato in ottobre con la consegna delle soglie sfioranti in pietra di Prun, ben inserite nel contesto paesaggistico locale. Contemporaneamente allo scolmatore, altre squadre dell’impresa hanno realizzato un secondo condotto scolmatore previsto in località Palazzina di Novare, nonché una tubazione di raccolta delle acque provenienti dalle colline di Montericco, lungo via San Francesco ad Arbizzano. Con separato appalto il Consorzio ha inoltre ricostruito l’alveo in pietrame del torrente Novare, già prima molto ammalorato e gravemente danneggiato dagli eventi alluvionali del 2018. L’importo complessivo degli interventi è stato di 4 milioni e mezzo di euro, finanziati dal Commissario Delegato il Governatore del Veneto Zaia, con risorse provenienti dal Decreto Ministeriale emanato a seguito della tempesta Vaia che nell’ottobre 2018 aveva colpito duramente ampie aree del nord Italia.

Si chiude quindi un anno che, come sempre, ha visto il Consorzio di Bonifica Veronese protagonista sul territorio, nella sua multipla veste di partner strategico per le aziende agricole e di riferimento primario per la sicurezza idraulica dei centri urbani.

“Abbiamo grandi speranze che il 2021 ci permetta di uscire finalmente da questa crisi sanitaria – conclude il Presidente Alex Vantini -. Il Consorzio ha in esecuzione ed in programma lavori fondamentali per l’intero comprensorio, continuando ad assicurare i migliori servizi ed il massimo dell’impegno ai nostri utenti e all’intera comunità”.

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