Come affrontare il rischio idrogeologico? I Consorzi di Bonifica presentano a Verona dati e numeri

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Si è svolta lunedì 6 novembre presso il Consorzio di Bonifica Veronese la conferenza stampa, promossa da Anbi Veneto (l’associazione che riunisce i consorzi di bonifica), di presentazione dei dati relativi alle opere necessarie per la messa in sicurezza idrogeologica del Veneto; contestualmente sono state presentate anche le opere che verranno inserite nel nascente Piano Invasi previsto nella Legge di Stabilità 2018. Alla conferenza hanno partecipato il direttore generale di Anbi Massimo Gargano, il presidente di Anbi Veneto, Giuseppe Romano, il direttore di Anbi Veneto, Andrea Crestani, e il presidente del Consorzio di Bonifica Veronese, Antonio Tomezzoli.

Sono ben 697, per un valore complessivo stimato in 1.745.551.167 euro, le opere necessarie alla prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico nel Veneto. L’elenco, redatto da Anbi Veneto, raccoglie le segnalazioni degli 11 Consorzi di Bonifica della Regione ed è inserito nel rapporto Anbi 2017 dal titolo “Manutenzione Italia: Azioni per l’Italia Sicura” presentato lo scorso 16 ottobre alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si tratta di un piano dettagliato che a livello nazionale presenta ben 3.709 interventi per un importo complessivo che sfiora gli 8 miliardi di euro (€ 7.961.215.488). Il Veneto è la prima regione per valore economico complessivo degli interventi, la terza per numero.

Si tratta dunque di una lista di misure in cui le opere sono catalogate a seconda dell’avanzamento dei progetti in una scala che al livello iniziale presenta le Idee progettuali e arriva ai Progetti esecutivi, ovvero i progetti approvati che attendono solo i finanziamento per essere cantierati: nel mezzo sono indicate anche le opere all’esame di Fattibilità, i progetti Preliminari (primi elaborati di progetto) e i Definitivi (approvati ma ancora privi di autorizzazioni necessarie all’esecutività).

Le opere allo stato “esecutivo”, in attesa cioè di stanziamenti per essere realizzate, sono state inserite nella piattaforma ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo), il database digitale di Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) che costituisce di fatto il registro delle opere da finanziare. Le opere sono state individuate coerentemente con le indicazioni di Italia Sicura, l’unità di missione istituita nel 2014 in seno alla Presidenza del Consigli dei Ministri contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Per il Veneto si tratta di 25 progetti esecutivi per un valore complessivo di 65 milioni di euro.

Il rapporto “Manutenzione Italia” include anche gli invasi multifunzione, ovvero bacini per il risparmio di acqua negli usi agricoli e civili nonché fondamentali riserve idriche per mitigare gli effetti della siccità. Per queste opere si è aperta una strada diretta di finanziamento con la Legge di Stabilità che prevede un vero e proprio Piano Invasi e stanzia risorse a livello nazionale per 50 milioni di euro annui per il periodo 2018 – 2022.

Tale valore, pur lontano dal finanziare tutte le opere del Piano – solo il Veneto indica come necessari ben 56 invasi (circa un terzo dei 188 nazionali) per un valore complessivo di 549.231.519 di euro (il 13,4% rispetto ai 4 miliardi che costituiscono il valore complessivo nazionale) -, rappresenta comunque una prima concreta forma di intervento per un problema sempre più attuale.

“L’inserimento del Piano Invasi nella Legge di Stabilità prevede lo stanziamento di complessivo di 250 milioni di euro in cinque anni, dal 2018 al 2022 – spiega Andrea Crestani direttore di Anbi Veneto -. Sono risorse non sufficienti, se si pensa che 250 milioni non coprono neanche un decimo del valore delle opere di cui il solo Veneto ha bisogno, ma rappresentano comunque un primo passo importante”. 

“Anche il Veneto, come del resto tutta l’Italia, deve uscire da un’ottica di emergenza e lavorare in maniera sistemica alla messa in sicurezza idrogeologica dei territoriafferma il presidente di Anbi Veneto Giuseppe Romano – . Per questi fondamentali obiettivi serve l’impegno sia dello Stato che della Regione; il primo sta cominciando a fare la sua parte, anche se non abbiamo ancora visto i finanziamenti. Il nostro auspicio ora è che anche la Regione del Veneto, già nella legge di Bilancio che sta discutendo in questi giorni, metta in campo le risorse necessarie per contribuire al finanziamento a opere fondamentali per il territorio e i cittadini. Si tratta di interventi che non possono essere più procrastinati”.

“Il Paeseha spiegato il direttore generale di Anbi Massimo Garganoha bisogno di un nuovo modello di sviluppo che metta al centro il territorio e i suoi valori, penso in particolare al Made in Italy agroalimentare, alle grandi bellezze artistiche, paesaggistiche e ambientali di cui l’Italia è ricchissima. Tutto questo patrimonio non può essere impaludato in una logica che grida alla siccità, allo smog, agli eventi alluvionali, soprattutto oggi che un qualcuno, rimboccandosi le maniche, ha regalato al Paese importanti progettualità tese a contrastare in maniera efficace ed economica queste tematiche, rispetto al quale sono state fatte anche delle scelte a livello centrale con risorse importanti che però oggi si riesce con grande difficoltà a spendere. Questa è la sfida per il futuro per i giovani, per il lavoro e per la competitività del Paese sui mercati globali”.

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