
“Consorzi di Bonifica del Veneto, un’eccellenza del Paese per una Regione da primato: il valore dell’autogoverno”: questo il titolo, e la sintesi, del Convegno che si è tenuto giovedì 7 marzo a Mestre e organizzato da Coldiretti Veneto e ANBI Veneto.
Un’occasione importante per mettere attorno al tavolo vertici di Coldiretti e dell’Associazione Regionale e Nazionale dei Consorzi di Bonifica assieme ad amministratori e parti sociali, per una riflessione sul ruolo strategico oggi in Veneto dei Consorzi di Bonifica.
Il convegno, che si è tenuto davanti ad una sala piena in ogni ordine di posti, ha visto l’introduzione ed i saluti a cura del Presidente di Coldiretti Veneto Daniele Salvagno.
Il Consorzio di Bonifica Veronese era rappresentato dal Presidente Antonio Tomezzoli e dal Direttore Generale Roberto Bin.

Ad aprire i lavori veri e propri è stata la relazione introduttiva di Andrea Crestani, Direttore di ANBI Veneto. Crestani si è inizialmente soffermato sul percorso normativo e legislativo che ha portato alla struttura e organizzazione odierna dei Consorzi di Bonifica Veneti, per poi offrire alla sala un quadro puntuale delle attività consortili sul territorio regionale. “Noi operiamo su una rete che comprende 25mila chilometri di canali di irrigazione e di scolo, distribuiti su un’area di 1.200mila chilometri, con 600mila ettari irrigati. I principali problemi che oggi vanno affrontati – ha spiegato il Direttore di ANBI Veneto – sono il consumo del suolo, l’urbanizzazione fuori controllo e cambiamenti climatici”. Crestani ha poi ricordato come i Consorzi Veneti, in applicazione della Legge regionale di riorganizzazione del settore 12/2009, hanno dato vita ad una vera e profonda spending review, i primi in Italia a farlo nei numeri e nella sostanza. Ma non ci si è fermati lì, e da allora è cresciuta la capacità progettuale ed operativa. “Dal 2010 al 2017 in Veneto abbiamo aperto 420 cantieri, per 201 milioni di euro. Progetti che vanno ad incidere sulla sicurezza e sulla manutenzione del territorio”. Il Direttore di Anbi ha quindi chiuso indicando come nel 2018, grazie alla grande capacità progettuale dei Consorzi di Bonifica, sono finite in Veneto il 20 per cento di tutte le linee di finanziamento nazionali.
A prendere la parola è stato quindi il Direttore di ANBI Nazionale Massimo Gargano, che ha allargato il ragionamento a tutto il territorio nazionale, con le tante criticità all’ordine del giorno. Per poi spingere molto il ragionamento sul vero nodo del Convegno, l’importanza di preservare la forma di autogoverno dei Consorzi di Bonifica, “che permette efficienza ed efficacia, come dimostrato da ‘Proteggi Italia’, il Piano Nazionale per la Sicurezza del Territorio dove sono molto citati i Consorzi di Bonifica del Veneto mentre mancano quei Consorzi che fanno parte di realtà geografiche dove l’autogoverno è solo un lontano ricordo. Le esperienze maturate, i risultati raggiunti, le sfide future sono il segno di un sistema efficiente, quello dei Consorzi di Bonifica del Veneto, a servizio del territorio, dei suoi cittadini e della sua agricoltura”, ha concluso Gargano.
Si è quindi aperta la tavola rotonda, moderata dal giornalista Fabrizio Stelluto, che ha visto interloquire, oltre a Gargano e a Salvagno, anche l’Assessore Regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan, il Presidente di ANBI Veneto Giuseppe Romano, il Presidente di ANCI Veneto Maria Rosa Pavanello, il Segretario Nazionale FAI CISL Onofrio Rota e l’Avvocato Claudio Martino dello Studio Legale Compagno.
Significativo l’intervento del Presidente della Coldiretti Veneto Salvagno, che ha sottolineato anche da imprenditore agricolo l’importanza assoluta dell’acqua e la necessità di tutelarne la gestione. A lui ha fatto seguito il Presidente di ANBI Veneto Romano che ha insistito su temi della necessità di mantenere l’autogoverno nei Consorzi di Bonifica: “in quanto si declina poi nella concretezza di gestire bene le risorse, perché deriva dai grandi e profondi legami che quotidianamente stringiamo e manteniamo sul territorio. Autogoverno, autonomia finanziaria, sussidiarietà orizzontale rappresentano le prerogative imprescindibili per un sistema, quello dei nostri Consorzi, che svolge un ruolo fondamentale nella tutela e nello sviluppo della nostra Regione”.
Dopo di lui il microfono è andato al Presidente di ANCI Veneto Maria Rosa Pavanello, che ha a più riprese sottolineato lo stretto legame che lega i Sindaci ai Consorzi di Bonifica, nel segno della tutela del territorio. “Sono nato in Veneto e conosco bene la storia dei Consorzi – ha indicato dopo di lei il Segretario Nazionale FAI CISL Onofrio Rota -. Ricordo l’importante lavoro fatto dopo la riforma di razionalizzazione dei Consorzi del Veneto, e i risultati di oggi certificano che quella fu una scelta giusta, anche sotto il punto di vista dell’occupazione”.
La parola è quindi andata all’Assessore Regionale Giuseppe Pan, che si è detto “contento di come sono gestiti i Consorzi di Bonifica del Veneto. Non posso che ringraziarli per come tutelano il nostro territorio, e voglio qui ricordare come ad esempio avete saputo muovervi con tempestività e professionalità dopo l’emergenza mal tempo che ha colpito il Veneto qualche mese fa. L’autonomia dei Consorzi – ha proseguito Pan – ha permesso grandi investimenti sul territorio, quindi ritengo che sia un valore da tutelare. La grande preoccupazione oggi va alla situazione climatica di quest’anno, siamo già in emergenza”.
Dopo di lui l’Avvocato Martino dello Studio Compagno ha indicato cosa significhi anche dal punto di vista normativo l’autogoverno dei Consorzi. “La riduzione dell’autogoverno ha sempre comportato la riduzione dell’efficienza. Efficienza che nasce da un intreccio di pubblico e privato che contraddistingue i Consorzi di Bonifica e che è senza uguali nel nostro ordinamento”, ha concluso l’avvocato.
Dopo un altro giro di interventi e dopo alcune domande poste dal pubblico, a chiudere è stato il Direttore Coldiretti Veneto Pietro Piccioni, che ha sottolineato come questo sia il momento nel quale tutte le parti in causa, Consorzi, Associazioni di Categoria, Regioni e Stato si prendano le proprie responsabilità per lavorare assieme.
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