Acqua, ambiente e sicurezza del territorio: il Consorzio di Bonifica Veronese ed ANBI Veneto incontrano le scuole di Bussolengo

incontro medie bussolengo bin crestani progetto scuola febbraio 2020 (1)

Irrigazione, ambiente e rischio idraulico per il territorio. Questi i temi, di estrema attualità, che sono protagonisti di un lavoro formativo che vede la collaborazione tra la Scuola secondaria di primo grado Leonardo da Vinci di Bussolengo, il Consorzio di Bonifica Veronese e ANBI Veneto. Le attività prevedono una serie di laboratori, un’uscita sul territorio ed un evento finale in occasione del Festival della Bonifica 2020 che vedrà protagonisti gli studenti di Bussolengo assieme ai loro compagni di altre scuole di tutto il Veneto.

L’apertura dell’attività si è avuta lunedì 17 febbraio presso l’istituto comprensivo di Bussolengo. Anche se già i ragazzi avevano iniziato a lavorare in classe con i loro insegnanti ed un formatore di ANBI.

Presenti i ragazzi di terza media, con la loro insegnante Simonetta Tinazzi, il Direttore Generale del Consorzio di Bonifica Veronese Ing. Roberto Bin ed il Direttore di ANBI Veneto Andrea Crestani.

Dopo un saluto di Bin, che ha tratteggiato quali sono le funzioni e quale l’importanza per il territorio di un Consorzio di Bonifica, è stato il Direttore di ANBI Veneto Crestani ad illustrare ai ragazzi lo scopo del lavoro che andranno a fare, nel corso del quale verranno affrontati argomenti quali il ciclo dell’acqua, la storia e ruolo dei Consorzi di Bonifica, la sicurezza idraulica, l’irrigazione, le energie rinnovabili ed i cambiamenti climatici.

“Questo è un territorio – ha spiegato Crestani – dove l’acqua superficiale non esiste. Senza il lavoro prezioso del Consorzio di Bonifica Veronese, con i suoi 2600 chilometri di canali, in poco tempo torneremo ad uno stadio uguale a quello che contraddistingueva le nostre zone duecento anni fa: terra brulla e senza acqua. L’acqua portata dal Consorzio ha fatto crescere l’agricoltura, ma non solo. Ha trasformato i paesaggi e l’ambiente, permettendo la ricchezza ambientale, ed anche economica, di cui godiamo oggi. Tutta l’acqua che vedete attorno a voi è artificiale, frutto del lavoro dell’uomo”.

“Il territorio del Veneto – ha indicato il Direttore di ANBI Veneto ai ragazzi – è il più fragile del punto di vista idrogeologico di tutta l’Italia. È un territorio per molti versi assimilabile all’Olanda, con metà della sua estensione sotto il livello del mare e dove l’acqua non defluisce naturalmente per gravità ma deve essere portata. Un’esperienza, quella della regimentazione delle acque, che nasce con la Serenissima Repubblica di Venezia e che poi nella prima metà del Novecento viene esportata in tutta Italia. Quello che il Veneto ha dimostrato in quegli anni è stata proprio la capacità di una comunità di lavorare assieme per realizzare canali e mettere in sicurezza il territorio. Se noi oggi avessimo lo stesso senso di responsabilità di allora forse il territorio sarebbe più tutelato”.

Crestani accenna poi a quale sia la natura dei Consorzi e all’importanza del loro autogoverno, che permette agli stessi proprietari di immobili e terreni di amministrare in prima persona questi enti, dando vita ad una forma efficace e vincente di sussidiarietà.

“I Consorzi – ha spiegato Crestani, fornendo qualche cifra – si prendono cura del 65% del territorio regionale, dell’89% della popolazione e dell’82% della rete idrografica regionale. Con una rete di scolo di circa diciottomila chilometri e una rete irriga di circa ottomila chilometri. Tuteliamo le aree dove operiamo, abbiamo costruito fiumi pensili per portare l’acqua al mare e teniamo asciutto il territorio con 400 impianti idrovori. Se si fermassero queste idrovore mezza regione diventerebbe un acquitrino. Per dare solo un’idea della criticità del problema basti dire che, se in Veneto le idrovore sono appunto 400, in tutta Italia sono complessivamente 750. Grande attività quotidiana dei Consorzi è poi quello della manutenzione costante delle reti irrigue, senza la quale il sistema collasserebbe”.

Il Direttore di ANBI Veneto ha quindi affrontato con i ragazzi il grande tema dei cambiamenti climatici. “Il clima si è tropicalizzato con periodi di forti piogge e periodi di assoluta siccità. Questi fenomeni rendono molto più insicuri i luoghi dove abitiamo. A questo dato allarmante va aggiunto che in Veneto ogni anno 4950 ettari vengono cementificati, cioè 13 campi di calcio al giorno, rendendo di fatto il territorio completamente impermeabile e creando problemi ai centri urbani. Cambiano quindi anche le modalità di operare dei Consorzi. Ci si sta ad esempio adoperando per realizzare delle casse di espansione per contenere le piogge in eccesso. Oppure si realizzano opere di invarianza idraulica che bilancino l’equilibro di quella parte del territorio che non è più in grado di assorbire acqua. L’altra faccia della medaglia, come si diceva, è quella della siccità, che affligge il territorio per lunghi tratti dell’anno. E qui si inserisce la fondamentale attività dell’irrigazione che fornisce il Consorzio”.

Crestani ha quindi spiegato che i Consorzi di Bonifica con l’acqua che gestiscono producono anche energia idroelettrica, il cui ricavato serve per far pagare meno i cittadini. Altro compito è quello di rimpinguare la falda attraverso delle sperimentazioni come il pozzo bevitore, che serve per raccogliere l’acqua e ricaricare le falde sotterranee. Ci si occupa anche di fitodepurazione e di contenimento del cuneo salino.

Ora il lavoro prosegue con una serie di laboratori che vedranno impegnati i ragazzi sui temi trattati, utilizzando il linguaggio della stampa e dei giornali.

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